may, 2020

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03mayAll Day03 - Mese di maggio per i fedeli - terzo giorno

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Terzo giorno 

Preparazione e avviso.

Beati qui lugent quoniam ipsi consolabuntur (b1).

(Math. c. 5, v. 5.)

1. Ti ricordo o figlio, che io con affetto materno, e il mio divin Figliuolo Gesù con amore infinito ti aspettiamo nel regno eterno della vera consolazione, della perpetua allegrezza: dimmi ti piace di godere perpetuamente in Dio, di essere per sempre consolato nella divinità dell’Altissimo, di possedere il vero gaudio, la consolazione, la pace nella SS. Trinità, nel Padre che ti ha creato, nel Figliuolo che ti ha redento, nello Spirito Santo che ti ha santificato, nella divina potenza del Padre che ti fortifica, nella divina Sapienza del Figliuolo che t’illumina, nella divina carità dello Spirito Santo che ti accende. In una parola ti piace o figlio di essere per tutta l’eternità consolato in Dio eterno, immenso, infinito, incomprensibile?

2. Senti, o figlio, senti con impegno religioso il mio divino Figliuolo Gesù che mosso dall’amore infinito di vederti per sempre immerso nel torrente dolcissimo della vera allegrezza te ne insegna la via: Beati (dice Egli infallibilmente) beati sono quei che piangono poichè saranno consolati (b1): e volle dire saranno consolati in vita anche in mezzo delle più infuriate tempeste delle tribolazioni, delle persecuzioni, di ogni temporale afflizione, poichè avranno il testimone della buona coscienza del giusto, che uniformato soffre e spera in Dio, saranno consolati in morte per la vista in fede del vicino regno di ogni consolazione cui sempre aspirarono: saranno consolati nella eternità, ove regneranno, ed entreranno come ad immergersi nel mare infinito della infinita consolazione Iddio, che è Dio di ogni consolazione (b1).

3. Ma per godere di sì fatta consolazione in vita, in morte, nella eternità ti avverto, o figlio, che per quanto durerà il tuo pellegrinaggio devi patire: e perchè ti persuada per sempre che la vita di chi vive sulla terra è vita di patimenti ricorda sempre che dal patire, e gravoso patire non ne andò esente neppure Giuseppe mio Sposo, sebbene giusto; non ne fui esente neppure io tua Madre, sebbene conceputa immacolata, e Figlia dell’eterno Padre, Madre dell’eterno Verbo incarnato, e Sposa dello Spirito Santo, anzi a tal patire giunsi, e mi sostenne la destra dell’onnipotente, che divenni Regina dei Martiri, e il mio Figliuolo sebbene innocente impolluto, segregato da’ peccatori (b2) con amore infinito per conforto de’ suoi seguaci si volle assoggettare ad un’ sommo patire. Dunque se mi vuoi consolare, o figlio, impara una volta per sempre che sono ingannati i miseri mondani, che credono di dovere passare la loro vita nelle umane consolazioni, e dicono felici coloro che vivono immersi negli onori apparenti del mondo, nelle vanità, nelle ricchezze, nei brutali sensuali piaceri, nello sfogo della vendetta, nella intemperanza, nel vizio. Oh poveri, miserabili, infelici! Poichè nè in vita, nè in morte, e neppure nella eternità saranno consolati! Dunque ricorda o figlio, che se patirai per amore del mio divino Figliuolo sarai consolato nel tempo, e nella eternità.

Ossequio.

L’ossequio che ti domando è questo: esaminerai la tua vita passata, e se conoscerai di avere imitato i mondani col cercare la consolazione fuori di Dio, con la direzione di savio direttore ti proporrai di farne penitenza.

Giaculatoria.

Pag. 4. e nel dirla intendi di domandare specialmente il dono di patire per amore di Dio, e di fare penitenza per rimediare ai già gustati peccaminosi piaceri, e insieme di offerire all’eterno Padre i patimenti di Gesù.

Fioretto.

Per porre un sodo fondamento a quanto ti ho suggerito nell’ossequio, e nella giaculatoria, farai una confessione più dolente, e più ricercata secondo il tuo bisogno.

Successo di eccitamento alla divozione di Maria Madre di misericordia e Refugio dei peccatori.

Sul declinar del secolo decimottavo, e nel principare del decimonono un incauto giovane figlio della Chiesa, ricco di non pochi doni di natura, e specialmente di acuta intelligenza, non chè favorito da Dio di molti doni di grazia, fattosi in breve ingrato al bene fattore (!) divino abusò dei primi e rinunziò ai secondi sì fattamente che per amore di godere nelle umane temporali consolazioni, lasciato libero il freno alle sue passioni, coltivando brutalmente ogni sorta di vizio, e per fare tutto questo servendosi delle stesse sostanze, che col mezzo della famiglia, e dell’impiego ne lo aveva arricchito la divina provvidenza, ma non a sufficienza da potere saziare l’ingorda belva di un cuore vizioso; sebbene di civile e comoda condizione; pure nel giro di pochi anni perduto ogni umano ritegno si rifugiò nel ricovero delle belve, e degli assassini in aperta campagna, ove fattosi più crudele degli stessi bruti in compagnia di altri viziosi si eresse in capo di una masnada di Assassini, che per rapire le sostanze degli esposti passeggeri innocenti, toglievano loro non rade volte anche la vita, ed egli barbaramente giunse alla reità di più di venti omicidj, rapitore violento di circa quaranta mille scudi, e causa di dannificazioni incalcolabili: ma buon per lui che in un torrente sì impetuoso di vizj non fu abbandonato dalla divina misericordia, poichè conservò almeno un qualche rispetto alla Madre di misericordia in giorno di Sabato, in cui ad onore del Refugio dei peccatori Maria Vergine si era proposto di non toccare inonestamente veruna persona di altro sesso: e Maria non soffrì di vedere perduto peccatore sì abominevole, poichè s’incontrò egli ad ascoltare una predica, in cui cambiato di cuore subito sì risolvette di confessarsi, e vincendo ogni umano riguardo presentossi dopo la predica al ministro della divina parola, e de’ Sagramenti a domandargli di essere ammesso al S. Tribunale della Penitenza, ove compì la sua confessione, con tale esattezza di accusa, con tale vivezza e perfezione di contrizione, con sì decisa risoluzione di abbracciare nuovo, e cristiano tenore di vita da fare istupire, e oltremodo consolare il ministro di Dio. Chi avrà coraggio di negare alla potente intercessione di Maria un trionfo sì glorioso sulla durezza di un cuore sì vizioso, e brutale? Ecco come il Padre delle misericordie (b1) premia i piccoli ossequii che si fanno in onore della Madre della misericordia Maria, anche per vedere in maggior numero le sue creature nel Regno, della vera consolazione. O figli della Chiesa, non per andare più avanti nella via del peccato, ma per non abbandonarvi alla disperazione dopo il peccato, custodite la divozione a Maria, e se l’avete perduta adesso abbracciatela più validamente.

Tre Gloria Patri e Litanie.

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