may, 2020
This is a repeating event26 may 2021 0:00
26mayAll Day26 - Mese di maggio per i fedeli - ventiseiesimo giorno
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Giorno ventesimosesto ---------- Preparazione e avviso. Sed libera nos
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Giorno ventesimosesto
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Preparazione e avviso.
Sed libera nos a malo amen (b1). (Math. 6. v. 13.)
1. Ecco o figlio, che il Redentore, e divino mio Figliuolo Gesù tutto amore verso le sue creature, insegna loro a pregare il Padre celeste a liberarle da ogni male, e volle dire io vi amo, e sì vivamente vi amo che ardentemente desidero vedervi sempre felici perciò pregate pure il Padre celeste, primo perchè diffonda in voi tale abbondanza di luce celeste, e di grazia da tenervi lontano da ogni peccato, e poi mi piacerà che preghiate ancora secondo il bisogno perchè sieno lontani da voi i flagelli della divina giustizia. Ah figlio assicurati pure che la carità infinita mentre s’incontra colla giustizia divina pacificamente si abbracciano, a (!) se la giustizia non trattiene l’amore, e l’amore non impedisce la giustizia, pure piace all’amore che vi sia chi trattenga colla preghiera la giustizia.
2. Chi mai, o figlio avrebbe immaginato che l’Altissimo, sebbene tutto giorno sia oltraggiato orrendamente dalle sue creature, e sopra ogni credere specialmente nel presente secolo, e quantunque abbia veduto tutti gli oltraggi, che contro di Lui saranno per commettere sino alla consumazione dei secoli, pure per amore, e con amore infinito in segno che su tutti vuole diffondere i tesori incomprensibili delle sue grazie ha insegnato una preghiera da presentarsi al suo divin Trono colla quale si domanda ogni grazia, e tanti favori che l’intelligenza umana non può arrivare a comprendere, anzi ti assicuro, o figlio, che niuno è giunto a conoscere le mire ineffabili dell’Amore infinito nell’insegnare tale preghiera.
3. Voglio però, o figlio, che tu non lasci giammai di profittare del tesoro della Santa Orazione insegnata dal Mio divino Figliuolo Gesù, e perciò la farai anche più volte al giorno, la farai in atto di presentare al divin Trono la tua supplica; ma ti umilierai riconoscendoti indegnissimo di ogni grazia; non perderai la fiducia di ottenerle tutte per l’infinita misericordia, e pei meriti infiniti del mio Figliuolo, anzi voglio che confessando la tua ignoranza intenda però di domandare le grazie secondo l’estensione delle mire adorabili dell’amore infinito del Redentore, e Maestro divino, e sii pur certo, che se in tàl (!) modo pregherai è di fede che quanto è di gloria di Dio, e vantaggio dell’anima tua tutto otterrai.
Ossequio.
L’ossequio che ti domando è questo. Voglio che consideri la soavissima bontà del mio Figliuolo, che alla preghiera insegnata si è degnato aggiungere l’espressione Amen Così sia in segno dell’ardentissimo suo desiderio che tu sii esaudito.
Giaculatoria.
E nel dirla intendi di domandare specialmente il dono di gratitudine al mio Figliuolo Gesù per averti insegnato a pregare.
Fioretto.
Farai gran conto dell’orazione insegnata da Gesù Cristo.
Successo di eccitamento alla divozione di Maria Madre di misericordia e Refugio dei peccatori.
Circa l’anno 1830. in una delle più celebri Città dell’Italia viveva un uomo dedito orribilmente al vizio brutale della ubbriachezza, e ad altri vizj non pochi. Si accostava di quando in quando al S. Tribunale della penitenza, ma senza frutto, perchè senza disposizioni, finalmente dopo molti e molti anni s’incontrò a parlare con un divoto di Maria il quale siccome non ignorava lo stato miserabile di quell’anima redenta col sangue del Figliuolo di Maria, così dopo avergli tenuto discorso sull’acerbità delle pene eterne dell’Inferno gli suggerì di recitare quotidianamente due volte al giorno il S. Rosario della Madonna come mezzo efficace per emendarsi. Oh mirabili effetti della preghiera! Fece quanto gli fu imposto, e dopo non molto anzi quasi subito ne sperimentò i mirabili effetti; poichè come se avesse perduto lo stimolo dei vizj de’ cui abiti era orribilmente ricoperto, e specialmente della ubbriachezza si cambiò in guisa che giunse a odiarli; ma di più si rese virtuosamente regolato nello stesso uso del vino in guisa, che sebbene in appresso si trovasse stimolato a bere in quantità, pure non riuscirono d’indurvelo, e solo ne usò secondo il bisogno. Ma oh vie della grazia occulte alla sapienza del Mondo! Dopo breve tempo si ammalò gravemente, e nelle angoscie di morte non sapeva cessare di ammirare con istupore la bontà infinita dell’Altissimo, che così soavemente avevalo preparato ad un felice passaggio. Ecco, o figli della Chiesa come più facilmente, e sollecitamente si ottiene quanto si domanda nella Orazione del Pater noster se si forma un divoto intreccio coll’Angelica Salutazione. Tre Gloria Patri, e Litanie.