Oggi – 12 giugno – ricorre la memoria liturgica dei beati martiri pallottini Józef Jankowski e Józef Stanek.

Józef Jankowski (1910-1941) è entrato nella Società dell’Apostolato Cattolico a 19 anni. Ordinato sacerdote a 26 anni, si dedicò alla pastorale. Fu catechista  due scuole a Ołtarzew, vicino a Varsavia. Arrestato dalla Gestapo nel maggio 1941 per aver fornito aiuto materiale e spirituale alla popolazione locale, fu deportato ad Auschwitz, il più grande dei campi di concentramento e sterminio durante la seconda guerra mondiale. Lì, subì molte torture fisiche, morali e spirituali. In seguito alle sevizie ricevute, morì nel reparto ammalati. Aveva appena 31 anni.

Józef Stanek (1916-1944), sei anni più giovane da Jankowski, è stato ordinato sacerdote durante l’occupazione nazista, nel 1941. Si è dedicato alla pastorale a Varsavia e allo stesso tempo ha frequentato i corsi universitari clandestini di sociologia. Durante l’Insurrezione di Varsavia, nel 1944, che mirava a liberare la città dall’invasore tedesco, divenne cappellano degli insorti. Con una grande dedizio­ne si prese la cura pastorale e caritativa dei bisognosi. Fu arrestato dai militari nazisti e il 23 settembre 1944 fu impiccato vestito con la sua tonaca.

Se oggi ci rallegriamo con i beati Jankowski e Stanek lo facciamo anzitutto perché sono la testimonianza della vittoria di Cristo, il dono che restituisce la speranza. Essi sono il sale della terra e la luce del mondo che testimoniano la nostra fede, la nostra vocazione cristiana.